Ho scritto molto - nei libri già pubblicati da importanti Case Editrici - e continuerò a scrivere sull'Arte, rintracciando il nesso spirituale che la realizza come profonda riflessione dell'esperienza umana. Negli anni ho anche messo la mia penna a disposizione degli artisti, esprimendo con chiarezza meditativa i loro messaggi.

Nella crisi attuale, l'Arte deve assumersi la responsabilità di approfondirsi, divenendo il veicolo creativo ed esemplare del nuovo; per questo diviene ancor più rilevante la sua capacità di comunicazione. In tale prospettiva, anche la scrittura sull'Arte assume un nuovo significato: cessando d'essere un'esercitazione di mestiere, deve saper esprimere la vitalità intuitiva che può raggiungere il cuore delle persone, per resuscitarlo col sentore di ciò che è vero.

In questo sito intendo donare visibilità agli artisti che hanno deciso di avvalersi della mia scrittura per presentare il loro lavoro. Inoltre presento le mie meditazioni su importanti artisti storici.


SATVAT E' ARTISTA VISIVO E SCRITTORE

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domenica 31 ottobre 2010

Satvat per Corrado Nucci e Valter Ambrosini

Mostra: ANGELI SUONATORI IN CONCERTO

Satvat per Corrado Nucci

Esposti agli elementi, gli alberi danzano e risuonano. La loro stessa sostanza è armonica, perfetta per costruire strumenti musicali. Scultore del legno, Corrado Nucci ne ascolta le vibrazioni interiori che gli rivelano qual nume si cela nella materia. Allora, la passione dell'artista si prodiga a liberarlo nell'epifania della forma, separando ciò che è vitale, ed ha significato, dalle scorie. I “legni-parlanti” di Nucci ci mostrano che la forma dell'Arte non è arbitraria, bensì ha radici nell'Essere. Infatti lo scultore non crea dal nulla, da uno sterile sogno, piuttosto, come diceva Gaudì, prosegue l'opera creativa della Natura. Realizzando che l'Arte è luogo di incontri straordinari, Corrado Nucci edifica un bosco di personaggi. Sono figure incise, a tutto tondo, come da un pentagramma universale; dall'immaginifico spartito dei propri corpi, traggono echi di musiche terragne, componendo un concerto. Il suonatore di flauto evoca la magia silvestre, che i suoi compagni eretti elevano al Cielo, proprio come fanno gli alberi. Entrando in questo bosco incantato, assaporiamo il senso mitico e corroborante della Natura.



Satvat per Valter Ambrosini

Pittura e Musica, come intuì Kandinsky, sono linguaggi più che assonanti, poiché entambe fondano la loro magia su vibrazione, tonalità e ritmo d'espressione. La Pittura compone figurando degli accordi visibili che provocano in noi un'intima risonanza, mentre la Musica fa lo stesso con una danza invisibile, senza lasciare traccia. Così, facendo un omaggio pittorico alla musica, Valter Ambrosini evoca un tracciato saturo di riflessioni con pennellate sicure; il pittore ritrae dei musicisti che sono intenti nella vertigine armonica del jazz, mostrando quasi un'epica di passione, suono e umore, fenomeno pienamente umano, liberatorio e dionisiaco. Contemporaneamente, egli associa a questo la sua controparte invisibile, riferita ad un piano angelico che è complementare, in senso archetipico, a quello umano. Gli angeli musicisti, ripresi dal Giudizio Universale del Signorelli, affiancano i musicisti jazz, pur in modo ieratico, distante. La loro musica celestiale è inudibile all'orecchio, tuttavia l'intuizione dell'artista rivela che denso e volatile si rispecchiano, tanto che quei salmi d'adorazione angelica possono incarnarsi attraverso l'ispirazione umana. Certamente, l'uomo traduce quell'ispirazione trascendente col proprio calore, in modo dinamico, coinvolgente e persino orgiastico; ma, a ben vedere, è la stessa musica, lo stesso inno di lode alla Vita, che può essere etereo quanto ruggente, manifestando la bellezza in modo diverso. Libera dal moralismo, poiché profondamente vera nel proprio sentire, l'Arte annuncia che non vi è un'incolmabile distanza, che la vetta e l'abisso possono incontrarsi in un'armonia ineffabile, che ha il sapore salvifico dell'Unità. Per questo, dopo aver sognato nove tele nel blu celeste e pacificante, Valter Ambrosini non omette d'infiammare un'opera nel rosso, un richiamo apparentemente infero che invero serve a stabilire un bilanciamento, essendo un espediente alchemico che richiama all'unicità del Tutto.

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